L’Obesità è malattia.
Adesso è legge!
Italia prima in Europa
Con l’approvazione definitiva del disegno di legge n. 1483, l’Italia diventa il primo Paese europeo (e uno dei primi al mondo) a riconoscere ufficialmente l’obesità come malattia cronica, progressiva e recidivante.
Una svolta epocale che ridefinisce la prevenzione, la cura e i diritti dei pazienti, inserendo l’obesità nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e istituendo un programma nazionale di intervento.
1. Una svolta storica per la salute pubblica
Il Senato ha approvato in via definitiva la legge “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità”, rendendo l’Italia il primo Paese in Europa a riconoscere l’obesità come malattia cronica, progressiva e recidivante.
Questo riconoscimento pone fine alla visione dell’obesità come semplice condizione legata allo stile di vita, affermando invece la sua natura complessa, multifattoriale e con pesanti ripercussioni sanitarie e sociali.
L’obiettivo della legge è duplice: garantire cure adeguate e omogenee sul territorio nazionale e promuovere la prevenzione, in particolare tra bambini e adolescenti.
2. Le novità introdotte dalla legge
Il nuovo quadro normativo prevede:
- Inserimento dell’obesità nei LEA, con accesso gratuito alle prestazioni sanitarie attraverso il Servizio Sanitario Nazionale.
- Programma nazionale per la prevenzione e la cura dell’obesità,
finanziato con:
– 700.000 € nel 2025
– 800.000 € nel 2026
– 1,2 milioni € annui dal 2027 - Fondi aggiuntivi:
– 400.000 € annui per la formazione universitaria e l’aggiornamento di medici, pediatri e operatori sanitari
– 100.000 € l’anno per campagne di informazione pubblica - Istituzione dell’Osservatorio nazionale sull’obesità, con compiti di monitoraggio, studio epidemiologico e indirizzo terapeutico.
- Giornata nazionale del 16 maggio, dedicata alla lotta contro l’obesità e contro il body shaming, simbolicamente rappresentata dal colore fucsia.
3. L’impatto clinico e sociale: la parola agli esperti
Secondo l’endocrinologa Anna Maria Colao (Università Federico II di Napoli), si tratta di “una svolta epocale per la salute dei cittadini”.
La legge permette finalmente di affrontare l’obesità come patologia complessa, con approcci diagnostici e terapeutici personalizzati, inclusi farmaci innovativi che agiscono sui meccanismi neurobiologici della fame e della gratificazione.
La professoressa sottolinea l’importanza della personalizzazione delle cure, attraverso la valutazione di fattori genetici, metabolici e infiammatori, per prevenire complicanze cardiovascolari e oncologiche.
4. L’obesità in Italia: dati e urgenze
I numeri parlano chiaro:
- 4 adulti su 10 sono in eccesso ponderale (3 in sovrappeso e 1 obeso).
- 1 bambino su 3 è in sovrappeso o obeso, con rischi precoci di diabete di tipo 2, ipertensione e patologie cardiovascolari.
- Nel 2023, secondo l’ISS, il 19% dei bambini italiani era in sovrappeso e quasi 1 su 10 obeso.
- Questi dati evidenziano un problema di salute pubblica che coinvolge oltre 6 milioni di persone nel Paese, con forti disparità geografiche e sociali.
5. Prevenzione e formazione: i pilastri della nuova strategia
La legge punta molto sulla prevenzione, soprattutto in età pediatrica.
Sono previste:
- Campagne educative nelle scuole, in collaborazione con famiglie e insegnanti
- Promozione dell’attività fisica e di corretti stili di vita
- Formazione mirata di medici, pediatri e operatori sanitari per migliorare diagnosi precoce e gestione multidisciplinare
L’educazione alla salute e la sensibilizzazione sociale diventano strumenti chiave per ridurre lo stigma e promuovere un approccio empatico verso le persone con obesità.
6. Sfide e prospettive future
Nonostante l’entusiasmo generale, alcune criticità restano aperte:
- Copertura finanziaria limitata nelle fasi iniziali.
- Rischio di disuguaglianze regionali nell’applicazione dei LEA.
- Necessità di un monitoraggio costante e di un rafforzamento delle strutture sanitarie territoriali.
Le associazioni dei pazienti, come la Amici Obesi Onlus, definiscono la legge “un buon punto di partenza e non di arrivo”. Il riconoscimento giuridico dell’obesità come malattia è il primo passo per garantire accesso equo e dignità terapeutica a milioni di cittadini.
7. Un passo di civiltà
Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha definito la norma “un segno di civiltà”, sottolineando come il riconoscimento dell’obesità come malattia rappresenti una nuova attenzione verso la salute pubblica e la lotta alle disuguaglianze sanitarie.
Con questa legge, l’Italia lancia un messaggio forte al resto d’Europa: la cura dell’obesità non è una scelta individuale, ma un diritto di salute collettivo.
Fonti
- Senato della Repubblica – Testo degli articoli formulato in sede redigente dalla 10ª commissione permanente
- Ministero della Salute – Cosa sono i LEA

